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venerdì 26 marzo 2010

GIULIANA, DANZATRICE

Giuliana – Danzatrice

Parlare con Giuliana è un po’ come fare un viaggio a 360 gradi nel mondo della danza e delle sue diverse declinazioni.

Tante sono state le sue esperienze e molto curioso è il suo percorso formativo e di vita.

Inutile dire che il suo entusiasmo per la danza è contagioso.

Com’è entrata la danza nella tua vita?

A 5 anni. I miei genitori mi hanno iscritto, ero la sorella più piccola ed in un certo senso era normale che seguissi le “orme” della più grande.

Avevo preso anche lezioni di piano, ma dopo 3 mesi non ero più voluta andare: ancora oggi odio i martelletti.

Ero una bambina che non stava mai ferma e la danza con me ha funzionato subito. Ho proseguito gli studi secondo il metodo della Royal Academy of Dancing (quello inglese) fino alla seconda media. Ricordo che avevo sempre delle pagelline splendide.

Poi con l’arrivo a Torino di Enrico Sportello (ballerino scaligero) e di Susanna Della Pietra (danzatrice e coreografa svizzera), passai al Dance Center – che ora non c’è più - dove insegnavano, tra le altre discipline, la tecnica di Marta Graham. Susanna, un vero talento nell’insegnamento quanto nella coreografia, si era diplomata alla prestigiosa Royal Ballet School, aveva frequentato la London Contemporary Dance School (Londra) e la Martha Graham School of Contemporary Dance (New York) e ci ha trasmesso forza, passione e un senso di disciplina pazzeschi. E’ stata una formazione incredibile.

Andavo a scuola tutti i giorni: oltre alle lezioni di classica facevo una lezione di Graham e una di carattere ogni settimana. Avanti così fino a 19 anni.

Poi la scuola dovette chiudere per motivi amministrativi.

Feci alcune esperienze, tra cui una partecipazione nella piéce “Futurismo e Futurismi”, creata da un gruppo di studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Torino che per me rappresentavano dei veri… alternativi! E altre cose, tra cui un musical fra i primi creati nel circuito giovanile torinese, “Il Grande Acero Rosso”, alcune partecipazioni all’interno della compagnia classica “Alpheratz”, diretta da un altro maestro torinese attivo ancora oggi (Giulio Cantello).

In quei tempi studiavo veramente tantissimo e la mia dedizione era massima.

Non avevo voluto provare alla Scala di Milano perché allora non avevo una maturità piena dell’importanza della danza per me, ed inoltre perché assorbivo dall’ambiente familiare spinte di realizzazione verso altre direzioni.

Per me furono anni un po’ di “sbandamento”.

C’erano i problemi della scuola Dance Center, mi iscrissi a lettere (da sempre mi piace scrivere), intanto approfondivo lo studio della danza contemporanea. Sono andata in Belgio per conoscere i fiamminghi e in Francia per uno studio sul rapporto tra danza e ambiente, infine in Germania.

In quel periodo ci fu il mio primo avvicinamento al teatro danza.

Facevi spettacoli?

Ho recitato e danzato in uno spettacolo sulla rivista dal titolo “Hai mai visto la Rivista?” e in una commedia musicale “Punto, virgola e a capo”). E in molti altri, “La storia del Gatto e della Gabbianella…” per le scuole e in una pièce su Duke Ellington. “La promessa di Bernard” e “Talita Kumi” sono state le prime partecipazioni a lavori più vicini al teatro - danza.

In quel periodo è nato il mio amore per il ballo d’epoca che conservo tutt’ora. Diciamo che è un’eredità familiare trasmessami da mio padre che fin da giovane aveva aperto un’associazione culturale (Ca Nostra).

Per passione scriveva recital e io ne facevo le coreografie.

Sbaglio o anche tu ora hai un’associazione tutta tua?

Si, l’ho aperta nell’aprile del 2009 con il supporto di alcuni amici. Diciamo che è un po’ figlia spirituale di Ca Nostra.

Per ora è un’incubatrice di idee. Mi piacerebbe poter insegnare danza, ma non fare una semplice scuola; vorrei lavorare con i bambini, dar spazio alla loro creatività, legare scrittura e danza.

Torniamo al teatro danza, com’è che ci sei arrivata?

Dopo il primo approccio di cui ti ho già parlato mi sono riavvicinata a causa di un infortunio.

Stavo danzando “La Gabbianella ed il Gatto” per le scuole e mi infortunai cadendo.

Questo incidente mi ha lasciato un’ernia al disco che ha limitato un po’ i movimenti e mi ha aiutato a buttarmi nell’esperienza del teatro danza.

Mi piace perché è una pratica psicomotoria che esalta il potere espressivo del gesto e collega la mente ed il corpo.

Cosa provi quando danzi?

Tantissima gioia.

Percepisco il piacere del movimento, mi piace l’espressività di certi gesti tecnici. Forse in quei momenti vado anche un po’ al di là di me.

Supero il mal di schiena, vado verso il mio limite.

Provo il gusto, questo è proprio il termine giusto, di distendere le gambe.

E poi c’è la ricerca della perfezione.

Ho visto un tuo spettacolo in cui sei da sola sul palco per quasi un’ora e mi ha colpito molto la tua forma fisica; Giuliana come ti alleni?

In questo periodo sono entrata nel progetto di un musical per cui faccio prove due volte a settimana.

Una volta ogni 15 giorni vado in piscina e nuoto per la mia schiena. Ho iniziato Yoga, cerco di fare almeno una lezione di classica a settimana e poi ogni tanto vado a correre. E poi quando corro pronuncio le vocali ad alta voce… col timore che chi mi vede mi prenda per pazza!

Ho letto un tuo volantino in cui insegni Tip Tap… ma come viene l’idea di ballare il Tip Tap e c’è gente che si iscrive ai corsi?

Funziona perché c’è molta richiesta e poca offerta. Ci sono tante persone che amano muoversi danzando, non è impegnativo come il Tango e poi… esiste ancora il mito di Ginger e Fred.

C’è un ritorno della danza d’epoca. C’è poesia nel Tip Tap, è una declinazione differente della danza.

L’ho imparato a 8 anni, c’era un insegnante che faceva anche Tip Tap e quei passi non li dimenticherò mai.

Un aneddoto simpatico?

Nel 2005 ho scritto uno spettacolo dal titolo “La Gonna dei Sogni”. È uno spettacolo molto “mio”, autobiografico. Ci sono 2 marionette ballerine ed un mastro burattinaio. Durante lo spettacolo compaiono delle gonne enormi.

Le gonne identificano i doveri imposti. Le ballerine su comando del mastro burattinaio fanno compiti, lezioni di danza classica, danza moderna, tip tap.

Insomma sarebbe lungo raccontarlo tutto.

Per farla breve prima del debutto dello spettacolo sono andata nel palazzo dove sorgeva la scuola di danza. Con la scusa di dover mettere delle pubblicità in buca mi sono fatta aprire, sono scesa nei garage, ho cercato di ritrovare il punto dove più o meno c’era il palco ed ho rifatto la combinazione di passi del bolero che facevo a 14 anni.

Ho cercato di recuperare con la mente ed il corpo la memoria dei luoghi.

E’ stato molte emozionante!

Riferimenti di Giuliana:

Sito:http://debut.appix.net/

Mail: giuliana.garavini@gmail.com

4 commenti:

  1. ...Intervista stupenda !
    Trasmette energia.
    Ti viene voglia di ballare solo a leggerla !
    :)

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  2. Quando una persona e appassionata.. trasmette passione!

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  3. Ho avuto l'occasione di vederla danzare, trasmette gioia. Si vede che è amore....per la danza.

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  4. Giuliana è una grande danzatrice, ma ancora di più una bella persona che trasmette energia ed entusiasmo.
    Quello che riesce a fare ha dell'incredibile, conquista tutti, grandi e piccini, provare per credere.
    L'ho vista nel suo spettacolo R-Esistenza Donna, nel Velo di Maja, nella Via delle Ombre e alla Porta dei Giochi con i più piccoli.... e non finisce mai di stupirmi.

    Brava Giuliana! Il mondo ha bisogno di una trascinatrice piena di passione come te.

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